La Corte di Appello di Milano, con sentenza n.1353/2021 ha condannato la casa farmaceutica per la mancata indicazione degli effetti collaterali.
Il caso concerne l'assunzione dei medicinali che determinavano effetti collaterali incontrollabili, non riportati nel bugiardino, tra cui, in particolare ludopatia ed ipersessualità, e cagionavano notevoli sconvolgimenti nella vita dell’attore.
Nel respingere l'appello, la Corte ha riaffermato i principi in materia di prova liberatoria di cui alla Sentenza Cass n. 6587 del 07/03/2019 “Ai fini della prova liberatoria, idonea ad escludere la responsabilità ex art. 2050 c.c. per i danni conseguenti alla produzione e immissione in commercio di farmaci, l'impresa farmaceutica è tenuta a dimostrare di avere osservato, prima della produzione e immissione sul mercato del farmaco, i protocolli di sperimentazione previsti dalla legge, e di avere fornito un'adeguata informazione circa i possibili effetti indesiderati dello stesso, aggiornandola - se necessario - in relazione all'evoluzione della ricerca”.
L'appellante assume che la comunità scientifica e le industrie farmaceutiche non potessero essere a conoscenza dei rischi prima del 2006, per l'esiguità dei casi riscontrati e che comunque, “solo dopo che il fenomeno è stato ampiamente studiato, appare evidente che la classe dei medicinali dopamino antagonisti determina una facilitazione a comportamenti compulsivi in soggetti comunque predisposti e può rappresentare un effetto indesiderato (non comune) del medicinale, ma non certo un suo effetto collaterale (cioè a dire un effetto prevedibile ineluttabile all'epoca degli studi registrativi del farmaco) o difetto” ( pag 23 appello).
Trattasi infatti, a giudizio della Corte, di mera riproposizione di argomentazioni già formulate in primo grado, ritenute dal Tribunale, con una motivazione che si condivide, inidonee a dimostrare la rigorosa “osservanza di tutte le sperimentazioni ed i protocolli previsti dalla legge prima della produzione e della commercializzazione del farmaco" come richiesto dalla più giurisprudenza della Suprema Corte sopra citata, poiché genericamente dedotte.